Per un Primo Maggio internazionalista contro guerra, sfruttamento e miseria!
La giornata internazionale dei lavoratori che viviamo oggi cade in un momento di acuta crisi economica, politica e sociale, espressione dell’esaurimento storico del capitalismo. Lo stesso sistema che poggia le sue colonne portanti sul nostro sfruttamento, anno dopo anno mostra con maggiore evidenza di non essere più in grado di generare ricchezza e progresso, ma soltanto precarietà e morte! Di fronte alla crisi, nello scenario internazionale si vanno a consolidare due tendenze: la prima reazionaria è quella della GUERRA IMPERIALISTA portata avanti dai governi di mezzo mondo, il cui epicentro attuale è l’Ucraina; la seconda rivoluzionaria è quella della LOTTA DI CLASSE che prende forma negli scioperi e nelle mobilitazioni di massa che stanno bloccando interi paesi, aprendo crisi di potere e traducendo in linguaggio storico l’incompatibilità dei bisogni umani con il dominio del capitale. Quella tra Stati Uniti, Nato, Unione Europea da un lato e Putin dall’altro è una guerra nel cuore dell’Europa che nasce in primis sia come reazione all’inesorabile crisi dell’imperialismo USA (il centro dell’imperialismo mondiale), che come reazione della FEDERAZIONE RUSSA all’interruzione del suo processo d’integrazione nel mercato mondiale. Una guerra che non vede una fine, tutt’al più quella tregua che chiamerà pace, che ha riesumato lo spettro del nucleare e che mira non solo a una nuova divisione del mercato mondiale, ma a schiacciare politicamente ed economicamente il PROLETARIATO INTERNAZIONALE e le sue conquiste. Ogni posizione che si schiera direttamente o indirettamente in difesa di uno dei fronti facendo appello per esempio alla sovranità nazionale e all’autodeterminazione, sia russa sia ucraina, giustifica questo gioco al massacro dell’imperialismo contro la nostra classe. Con il GOVERNO MELONI, in Italia la reazione ha preso la forma di un passo in avanti ulteriore nel processo d’integrazione dei fascisti nella democrazia. In un contesto di inflazione e disoccupazione, l’azione principale del governo è stata quella di ridistribuire la ricchezza prodotta dal proletariato tra padroni e padroncini in crisi, attaccando i disoccupati con i tagli al reddito di cittadinanza, ignorando la perdita del potere d’acquisto dei lavoratori (già in discesa del 3% negli ultimi 30 anni, prima dell’inflazione), ponendosi in continuità con tutti i governi che per indorare gli effetti della crisi ai padroni hanno cercato nuovi margini di conquista sui lavoratori attraverso nuove forme di legalizzazione dell’aumento di sfruttamento, distruggendo a poco a poco tutte le conquiste operaie del ‘900. Tutto questo avviene nel contesto internazionale della guerra, dove l’Italia continua ad appoggiare e finanziare il macello di proletari ucraini e russi. Contro guerra, precarietà e disoccupazione l’unica strada percorribile per noi sfruttati e sfruttate di ogni parte del mondo è quella della lotta, che è stata già indicata nei paesi paralizzati dagli scioperi come Francia, Gran Bretagna, Germania e Grecia. Una lotta che unisca operai e disoccupati, che spazzi via tutte le burocrazie sindacali che si pongono come ostacolo e freno alla nostra azione. Per intraprendere questa direzione, questo Primo Maggio battiamoci per la costruzione di uno SCIOPERO GENERALE e per un percorso di lotta indipendente della nostra classe. Per una nuova società e per opporci alla guerra e ai suoi effetti, ripartiamo dai nostri bisogni primari che sono sempre più incompatibili con gli interessi dei padroni. Rivendichiamo quindi:
– SALARIO MINIMO per tutte le categorie di almeno 1600 euro netti; SCALA MOBILE dei salari ossia l’agganciamento automatico dei salari al carovita che la crisi e la guerra produrranno sempre più. CONDIZIONI DI VITA DECENTI PER TUTTI!
– RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO a parità di salario a non più di 6 ore al giorno e 30 ore la settimana. Giornata lavorativa di 4 ore per il personale sanitario e per i lavori più usuranti. LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI!
– SALARIO SOCIALE ai disoccupati di 1100 euro netti pro-capite!
– ABOLIZIONE DEL JOBS ACT e di tutte le leggi del precariato, trasformazione dei contratti precari in contratti a tempo indeterminato. LOTTA AL PRECARIATO!
– ABOLIZIONE DELLA LEGGE FORNERO e ritorno al sistema retributivo con pensioni pari all’80% dell’ultimo salario e non inferiori a 1400 euro al mese; sistema pensionistico con massimo 30 anni di lavoro o 57 anni di età, 55 per i lavori più usuranti.
– Per sconfiggere i tentativi della borghesia di dividere i lavoratori dalle lavoratrici: parità salariale; ESTERNALIZZAZIONE DEL LAVORO DI CURA IN TUTTE LE SUE FORME; riconoscimento, tramite permessi, congedi e giorni-malattia dedicati, delle specifiche necessità delle donne, dei transgender e transessuali.
– Per sconfiggere i tentativi della borghesia di dividere i lavoratori italiani dai lavoratori migranti, destinati ad aumentare di numero con la guerra e la crisi che avanza: ABOLIZIONE DEI CENTRI DI PERMANENZA TERMPORANEA; PERMESSO DI SOGGIORNO per tutti e cittadinanza italiana con pieni diritti politici (a partire dal diritto di voto) a tutti gli stranieri presenti sul territorio italiano già da tre mesi.
– Contro la guerra imperialista. NO ALL’INVIO DI ARMI E SOLDATI!
Buon primo maggio a tutte e tutti. Alla lotta!
La Redazione
Condividi con:
Per un Primo Maggio internazionalista contro guerra, sfruttamento e miseria!
La giornata internazionale dei lavoratori che viviamo oggi cade in un momento di acuta crisi economica, politica e sociale, espressione dell’esaurimento storico del capitalismo. Lo stesso sistema che poggia le sue colonne portanti sul nostro sfruttamento, anno dopo anno mostra con maggiore evidenza di non essere più in grado di generare ricchezza e progresso, ma soltanto precarietà e morte! Di fronte alla crisi, nello scenario internazionale si vanno a consolidare due tendenze: la prima reazionaria è quella della GUERRA IMPERIALISTA portata avanti dai governi di mezzo mondo, il cui epicentro attuale è l’Ucraina; la seconda rivoluzionaria è quella della LOTTA DI CLASSE che prende forma negli scioperi e nelle mobilitazioni di massa che stanno bloccando interi paesi, aprendo crisi di potere e traducendo in linguaggio storico l’incompatibilità dei bisogni umani con il dominio del capitale. Quella tra Stati Uniti, Nato, Unione Europea da un lato e Putin dall’altro è una guerra nel cuore dell’Europa che nasce in primis sia come reazione all’inesorabile crisi dell’imperialismo USA (il centro dell’imperialismo mondiale), che come reazione della FEDERAZIONE RUSSA all’interruzione del suo processo d’integrazione nel mercato mondiale. Una guerra che non vede una fine, tutt’al più quella tregua che chiamerà pace, che ha riesumato lo spettro del nucleare e che mira non solo a una nuova divisione del mercato mondiale, ma a schiacciare politicamente ed economicamente il PROLETARIATO INTERNAZIONALE e le sue conquiste. Ogni posizione che si schiera direttamente o indirettamente in difesa di uno dei fronti facendo appello per esempio alla sovranità nazionale e all’autodeterminazione, sia russa sia ucraina, giustifica questo gioco al massacro dell’imperialismo contro la nostra classe. Con il GOVERNO MELONI, in Italia la reazione ha preso la forma di un passo in avanti ulteriore nel processo d’integrazione dei fascisti nella democrazia. In un contesto di inflazione e disoccupazione, l’azione principale del governo è stata quella di ridistribuire la ricchezza prodotta dal proletariato tra padroni e padroncini in crisi, attaccando i disoccupati con i tagli al reddito di cittadinanza, ignorando la perdita del potere d’acquisto dei lavoratori (già in discesa del 3% negli ultimi 30 anni, prima dell’inflazione), ponendosi in continuità con tutti i governi che per indorare gli effetti della crisi ai padroni hanno cercato nuovi margini di conquista sui lavoratori attraverso nuove forme di legalizzazione dell’aumento di sfruttamento, distruggendo a poco a poco tutte le conquiste operaie del ‘900. Tutto questo avviene nel contesto internazionale della guerra, dove l’Italia continua ad appoggiare e finanziare il macello di proletari ucraini e russi. Contro guerra, precarietà e disoccupazione l’unica strada percorribile per noi sfruttati e sfruttate di ogni parte del mondo è quella della lotta, che è stata già indicata nei paesi paralizzati dagli scioperi come Francia, Gran Bretagna, Germania e Grecia. Una lotta che unisca operai e disoccupati, che spazzi via tutte le burocrazie sindacali che si pongono come ostacolo e freno alla nostra azione. Per intraprendere questa direzione, questo Primo Maggio battiamoci per la costruzione di uno SCIOPERO GENERALE e per un percorso di lotta indipendente della nostra classe. Per una nuova società e per opporci alla guerra e ai suoi effetti, ripartiamo dai nostri bisogni primari che sono sempre più incompatibili con gli interessi dei padroni. Rivendichiamo quindi:
– SALARIO MINIMO per tutte le categorie di almeno 1600 euro netti; SCALA MOBILE dei salari ossia l’agganciamento automatico dei salari al carovita che la crisi e la guerra produrranno sempre più. CONDIZIONI DI VITA DECENTI PER TUTTI!
– RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO a parità di salario a non più di 6 ore al giorno e 30 ore la settimana. Giornata lavorativa di 4 ore per il personale sanitario e per i lavori più usuranti. LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI!
– SALARIO SOCIALE ai disoccupati di 1100 euro netti pro-capite!
– ABOLIZIONE DEL JOBS ACT e di tutte le leggi del precariato, trasformazione dei contratti precari in contratti a tempo indeterminato. LOTTA AL PRECARIATO!
– ABOLIZIONE DELLA LEGGE FORNERO e ritorno al sistema retributivo con pensioni pari all’80% dell’ultimo salario e non inferiori a 1400 euro al mese; sistema pensionistico con massimo 30 anni di lavoro o 57 anni di età, 55 per i lavori più usuranti.
– Per sconfiggere i tentativi della borghesia di dividere i lavoratori dalle lavoratrici: parità salariale; ESTERNALIZZAZIONE DEL LAVORO DI CURA IN TUTTE LE SUE FORME; riconoscimento, tramite permessi, congedi e giorni-malattia dedicati, delle specifiche necessità delle donne, dei transgender e transessuali.
– Per sconfiggere i tentativi della borghesia di dividere i lavoratori italiani dai lavoratori migranti, destinati ad aumentare di numero con la guerra e la crisi che avanza: ABOLIZIONE DEI CENTRI DI PERMANENZA TERMPORANEA; PERMESSO DI SOGGIORNO per tutti e cittadinanza italiana con pieni diritti politici (a partire dal diritto di voto) a tutti gli stranieri presenti sul territorio italiano già da tre mesi.
– Contro la guerra imperialista. NO ALL’INVIO DI ARMI E SOLDATI!
Buon primo maggio a tutte e tutti. Alla lotta!
La Redazione