Luigi Libero! Liber* di lottare contro la guerra!
Nei giorni scorsi, il tribunale di Palermo ha respinto il riesame delle misure cautelari disposte per tre appartenenti ad Antudo, colpevoli di aver diffuso un video di una iniziativa simbolica di protesta avvenuta alla sede della Leonardo Spa nel Novembre 2022.
Luigi resta in carcere con l’accusa di atto terroristico e la disposizione di trasferimento al carcere speciale di Alessandria. Un teorema accusatorio da stato di polizia pienamente ascrivibile a quanto sta accadendo dentro e fuori i confini nazionali.
In Italia, le condizioni di vita e di lavoro di un numero sempre maggiore di proletari peggiorano: perdita del potere d’acquisto, carovita diffuso e generalizzato, ulteriore precarizzazione del mondo del lavoro. Secondo i recenti dati Istat, ben 5,7 milioni di persone – praticamente un italian* su 10 – versano in uno stato di povertà assoluta.
Questa tendenza si è ulteriormente aggravata a causa della guerra, il mezzo con cui governi e padroni provano a spartirsi il mondo e a rilanciare i propri profitti tramite l’industria bellica e il business delle ricostruzioni.
Il governo italiano di Meloni e Fratelli d’Italia è in prima fila nello scontro in atto e nella corsa al militarismo: i contingenti italiani all’estero aumentano, così come è in aumento la spesa militare che va a comprimere ulteriormente la spesa per sanità, scuola, trasporti e servizi sociali. Se la vita degli sfruttati e delle sfruttate continua a peggiorare, nuovi e vecchi teatri di guerra in diverse parte del Pianeta – Ucraina, Nord Africa, Caucaso, Balcani, Medio Oriente, Palestina – possono contare su un flusso continuo di armi e tecnologie avanzate di provenienza italiana.
L’Italia è il sesto esportatore mondiale di armi dopo Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Germania ed esporta sistemi bellici nei Paesi coinvolti nei vari conflitti. Le industrie belliche stanno accumulando profitti giganteschi in questo periodo.
Proprio la Leonardo S.p.A. (ex Finmeccanica) – controllata al 30% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dodicesima impresa di difesa del mondo e prima nell’Unione Europea- solo nel 2022 ha registrato un fatturato di 14,7 miliardi euro.
Mentre gli strumenti di morte di Leonardo e delle altre industrie vengono impiegati dagli eserciti di mezzo mondo per alimentare l’escalation imperialista, sul territorio italiano chi si oppone alla guerra viene incarcerato!
La decisione del Tribunale di Palermo ha tutte le sembianze di un avviso: in periodo di guerra serve consolidare un modello di società a conflitto zero tanto sui posti di lavoro quanto nella vita comunitaria, reprimendo ogni tentativo di contestare lo status quo e immaginare un presente ed un futuro diversi da quello fatto di sfruttamento, disoccupazione, marginalità sociale.
Le crisi economiche, sempre più frequenti e violente, e le accelerazioni impresse dalla escalation bellica, aumentano l’esigenza di disciplinare l’intera società, trovando un nemico interno contro cui scagliarsi: chi protesta contro la Leonardo, come accaduto non solo a Palermo ma in tante parti d’Italia; chi solidarizza con la Resistenza palestinese e denuncia le connivenze italiane con lo stato sionista Israeliano; i lavoratori e le lavoratrici combattive che bloccano la produzione per il miglioramento delle condizioni di lavoro; gli attivisti e le attiviste contro la crisi climatica; chi si organizza collettivamente contro la barbarie capitalista e per il superamento dello stato di cose presenti.
Dinanzi a tutto ciò esiste una necessità non rinviabile: non lasciare sol* chi finisce nelle trame della repressione, moltiplicando gli sforzi per chiudere i conti con il capitalismo.
Abbracciamo collettivamente Luigi, un partigiano della pace, con la speranza di averlo presto qui da noi.
Come realtà organizzate sottoscriviamo la “Campagna nazionale per la liberazione di Luigi. In solidarietà a chi lotta contro la guerra, contro le fabbriche di morte” lanciata dai compagni e dalle compagne di Antudo a cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà.
Moltiplicheremo gli sforzi per darne capillare diffusione facendola vivere a partire dai prossimi appuntamenti mobilitativi – 25 Aprile e Primo Maggio – e dentro i quotidiani appuntamenti di lotta.
Invitiamo tutti e tutte a visionare il sito “Antudo.info” o le pagine social per poter sottoscrivere l’appello di solidarietà.
Centro Autogestito Piperno
Fronte della Gioventù comunista Napoli e Salerno
Laboratorio Politico Iskra
Movimento di lotta “Disoccupati 7 Novembre”
Occhio di Classe
Si Cobas Napoli e Caserta
Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria
Villa Medusa Casa del Popolo
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Luigi Libero! Liber* di lottare contro la guerra!
Nei giorni scorsi, il tribunale di Palermo ha respinto il riesame delle misure cautelari disposte per tre appartenenti ad Antudo, colpevoli di aver diffuso un video di una iniziativa simbolica di protesta avvenuta alla sede della Leonardo Spa nel Novembre 2022.
Luigi resta in carcere con l’accusa di atto terroristico e la disposizione di trasferimento al carcere speciale di Alessandria. Un teorema accusatorio da stato di polizia pienamente ascrivibile a quanto sta accadendo dentro e fuori i confini nazionali.
In Italia, le condizioni di vita e di lavoro di un numero sempre maggiore di proletari peggiorano: perdita del potere d’acquisto, carovita diffuso e generalizzato, ulteriore precarizzazione del mondo del lavoro. Secondo i recenti dati Istat, ben 5,7 milioni di persone – praticamente un italian* su 10 – versano in uno stato di povertà assoluta.
Questa tendenza si è ulteriormente aggravata a causa della guerra, il mezzo con cui governi e padroni provano a spartirsi il mondo e a rilanciare i propri profitti tramite l’industria bellica e il business delle ricostruzioni.
Il governo italiano di Meloni e Fratelli d’Italia è in prima fila nello scontro in atto e nella corsa al militarismo: i contingenti italiani all’estero aumentano, così come è in aumento la spesa militare che va a comprimere ulteriormente la spesa per sanità, scuola, trasporti e servizi sociali. Se la vita degli sfruttati e delle sfruttate continua a peggiorare, nuovi e vecchi teatri di guerra in diverse parte del Pianeta – Ucraina, Nord Africa, Caucaso, Balcani, Medio Oriente, Palestina – possono contare su un flusso continuo di armi e tecnologie avanzate di provenienza italiana.
L’Italia è il sesto esportatore mondiale di armi dopo Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Germania ed esporta sistemi bellici nei Paesi coinvolti nei vari conflitti. Le industrie belliche stanno accumulando profitti giganteschi in questo periodo.
Proprio la Leonardo S.p.A. (ex Finmeccanica) – controllata al 30% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dodicesima impresa di difesa del mondo e prima nell’Unione Europea- solo nel 2022 ha registrato un fatturato di 14,7 miliardi euro.
Mentre gli strumenti di morte di Leonardo e delle altre industrie vengono impiegati dagli eserciti di mezzo mondo per alimentare l’escalation imperialista, sul territorio italiano chi si oppone alla guerra viene incarcerato!
La decisione del Tribunale di Palermo ha tutte le sembianze di un avviso: in periodo di guerra serve consolidare un modello di società a conflitto zero tanto sui posti di lavoro quanto nella vita comunitaria, reprimendo ogni tentativo di contestare lo status quo e immaginare un presente ed un futuro diversi da quello fatto di sfruttamento, disoccupazione, marginalità sociale.
Le crisi economiche, sempre più frequenti e violente, e le accelerazioni impresse dalla escalation bellica, aumentano l’esigenza di disciplinare l’intera società, trovando un nemico interno contro cui scagliarsi: chi protesta contro la Leonardo, come accaduto non solo a Palermo ma in tante parti d’Italia; chi solidarizza con la Resistenza palestinese e denuncia le connivenze italiane con lo stato sionista Israeliano; i lavoratori e le lavoratrici combattive che bloccano la produzione per il miglioramento delle condizioni di lavoro; gli attivisti e le attiviste contro la crisi climatica; chi si organizza collettivamente contro la barbarie capitalista e per il superamento dello stato di cose presenti.
Dinanzi a tutto ciò esiste una necessità non rinviabile: non lasciare sol* chi finisce nelle trame della repressione, moltiplicando gli sforzi per chiudere i conti con il capitalismo.
Abbracciamo collettivamente Luigi, un partigiano della pace, con la speranza di averlo presto qui da noi.
Come realtà organizzate sottoscriviamo la “Campagna nazionale per la liberazione di Luigi. In solidarietà a chi lotta contro la guerra, contro le fabbriche di morte” lanciata dai compagni e dalle compagne di Antudo a cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà.
Moltiplicheremo gli sforzi per darne capillare diffusione facendola vivere a partire dai prossimi appuntamenti mobilitativi – 25 Aprile e Primo Maggio – e dentro i quotidiani appuntamenti di lotta.
Invitiamo tutti e tutte a visionare il sito “Antudo.info” o le pagine social per poter sottoscrivere l’appello di solidarietà.
Centro Autogestito Piperno
Fronte della Gioventù comunista Napoli e Salerno
Laboratorio Politico Iskra
Movimento di lotta “Disoccupati 7 Novembre”
Occhio di Classe
Si Cobas Napoli e Caserta
Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria
Villa Medusa Casa del Popolo