Da Draghi a Meloni la musica non cambia: Costruiamo insieme lo SCIOPERO GENERALE!

Pubblichiamo di seguito il volantino che stiamo distribuendo alla manifestazione della CGIL, indetta in occasione del primo anniversario dall’assalto squadrista della sede nazionale di Roma (scarica qui il volantino-8-ottobre-2022).

L’autunno che abbiamo davanti è caratterizzato da un peggioramento delle nostre condizioni di vita e da una guerra che coinvolge tutte le potenze mondiali, Italia compresa. Lo scoppio di questa guerra dopo il massacro sociale e umano provocato dal Covid è lo specchio della barbarie del periodo storico di decomposizione del capitale e del sistema di relazioni internazionali, costruito sul modello globalizzato. La gestione della pandemia è stata usata come arma di guerra contro i lavoratori, al costo di milioni di vite. Il suo sviluppo è stato caratterizzato come l’entrata in un’epoca di “nuova normalità”, alla quale si aggiunge ora la guerra permanente, che si “normalizza” giorno dopo giorno, includendo il pericolo dell’uso di armi nucleari. L’umanità si trova di fronte alla sfida della sopravvivenza e l’unica forza in grado di opporsi alla guerra siamo noi: il proletariato internazionale. L’accettazione di questa nuova normalità imposta da padroni e governanti include anche un’inflazione mai così alta da quarant’anni, mentre i nostri salari hanno perso e continuano a perdere potere d’acquisto; un rincaro dell’energia che si farà sentire sulle bollette e che mette a rischio chiusura centinaia di migliaia di aziende con conseguente perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Inoltre, i morti sul lavoro sono in crescita costante da oltre dieci anni e la crisi sanitaria ha portato a un abbassamento dell’aspettativa di vita. Ripartire dalla lotta! Non esiste più una politica in grado di rappresentarci come classe sociale, la più alta astensione alle urne dal dopoguerra registrata nell’ultima tornata elettorale è il riflesso di questa realtà. La concertazione tra governo e imprese, condotta come unica strategia dai nostri vertici sindacali, non ha fatto altro che accompagnare il peggioramento delle nostre condizioni di vita: i contratti nazionali non hanno garantito la difesa del potere d’acquisto di fronte all’inflazione. In passato, qualsiasi miglioramento ottenuto è stato ottenuto con la lotta. E solo da lì, possiamo ripartire! Diamo, quindi, continuità allo sciopero generale dell’anno scorso, costruendo insieme un altro e muovendoci in anticipo, portando le nostre ragioni nelle assemblee e nel dialogo con i nostri colleghi. Benché a dicembre scorso politici e media ci dipinsero come irresponsabili, le ragioni di quello sciopero sono valide ancora oggi e saranno ancora più valide domani. Per un percorso di lotta indipendente della nostra classe, per una nuova società e per opporci alla guerra e ai suoi effetti, ripartiamo dai nostri bisogni primari che sono sempre più incompatibili con gli interessi dei padroni. Rivendichiamo quindi:

– Salario minimo per tutte le categorie di almeno 1600 euro netti; scala mobile dei salari ossia l’agganciamento automatico dei salari al carovita che la crisi e la guerra produrranno sempre più. CONDIZIONI DI VITA DECENTI PER TUTTI!

– Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario a non più di 6 ore al giorno e 30 ore la settimana. Giornata lavorativa di 4 ore per il personale sanitario e per i lavori più usuranti. LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI!

– Salario sociale ai disoccupati di 1100 euro netti pro-capite!

– Abolizione del Jobs Act e di tutte le leggi del precariato, trasformazione dei contratti precari in contratti a tempo indeterminato. LOTTA AL PRECARIATO!

– Abolizione della legge Fornero e ritorno al sistema retributivo con pensioni pari all’80% dell’ultimo salario e non inferiori a 1400 euro al mese; sistema pensionistico con massimo 30 anni di lavoro o 57 anni di età, 55 per i lavori più usuranti.

– Per sconfiggere i tentativi della borghesia di dividere i lavoratori dalle lavoratrici: parità salariale; esternalizzazione del lavoro di cura in tutte le sue forme; riconoscimento, tramite permessi, congedi e giorni-malattia dedicati, delle specifiche necessità delle donne, dei transgender e transessuali. – Per sconfiggere i tentativi della borghesia di dividere i lavoratori italiani dai lavoratori migranti, destinati ad aumentare di numero con la guerra e la crisi che avanza: abolizione dei centri di permanenza temporanea; permesso di soggiorno per tutti e Cittadinanza italiana con pieni diritti politici (a partire dal diritto di voto) a tutti gli stranieri presenti sul territorio italiano già da tre mesi.

Assalto al Cielo
Il Diario della Talpa
Prospettiva Operaia

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Da Draghi a Meloni la musica non cambia: Costruiamo insieme lo SCIOPERO GENERALE!

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Pubblichiamo di seguito il volantino che stiamo distribuendo alla manifestazione della CGIL, indetta in occasione del primo anniversario dall’assalto squadrista della sede nazionale di Roma (scarica qui il volantino-8-ottobre-2022).

L’autunno che abbiamo davanti è caratterizzato da un peggioramento delle nostre condizioni di vita e da una guerra che coinvolge tutte le potenze mondiali, Italia compresa. Lo scoppio di questa guerra dopo il massacro sociale e umano provocato dal Covid è lo specchio della barbarie del periodo storico di decomposizione del capitale e del sistema di relazioni internazionali, costruito sul modello globalizzato. La gestione della pandemia è stata usata come arma di guerra contro i lavoratori, al costo di milioni di vite. Il suo sviluppo è stato caratterizzato come l’entrata in un’epoca di “nuova normalità”, alla quale si aggiunge ora la guerra permanente, che si “normalizza” giorno dopo giorno, includendo il pericolo dell’uso di armi nucleari. L’umanità si trova di fronte alla sfida della sopravvivenza e l’unica forza in grado di opporsi alla guerra siamo noi: il proletariato internazionale. L’accettazione di questa nuova normalità imposta da padroni e governanti include anche un’inflazione mai così alta da quarant’anni, mentre i nostri salari hanno perso e continuano a perdere potere d’acquisto; un rincaro dell’energia che si farà sentire sulle bollette e che mette a rischio chiusura centinaia di migliaia di aziende con conseguente perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Inoltre, i morti sul lavoro sono in crescita costante da oltre dieci anni e la crisi sanitaria ha portato a un abbassamento dell’aspettativa di vita. Ripartire dalla lotta! Non esiste più una politica in grado di rappresentarci come classe sociale, la più alta astensione alle urne dal dopoguerra registrata nell’ultima tornata elettorale è il riflesso di questa realtà. La concertazione tra governo e imprese, condotta come unica strategia dai nostri vertici sindacali, non ha fatto altro che accompagnare il peggioramento delle nostre condizioni di vita: i contratti nazionali non hanno garantito la difesa del potere d’acquisto di fronte all’inflazione. In passato, qualsiasi miglioramento ottenuto è stato ottenuto con la lotta. E solo da lì, possiamo ripartire! Diamo, quindi, continuità allo sciopero generale dell’anno scorso, costruendo insieme un altro e muovendoci in anticipo, portando le nostre ragioni nelle assemblee e nel dialogo con i nostri colleghi. Benché a dicembre scorso politici e media ci dipinsero come irresponsabili, le ragioni di quello sciopero sono valide ancora oggi e saranno ancora più valide domani. Per un percorso di lotta indipendente della nostra classe, per una nuova società e per opporci alla guerra e ai suoi effetti, ripartiamo dai nostri bisogni primari che sono sempre più incompatibili con gli interessi dei padroni. Rivendichiamo quindi:

– Salario minimo per tutte le categorie di almeno 1600 euro netti; scala mobile dei salari ossia l’agganciamento automatico dei salari al carovita che la crisi e la guerra produrranno sempre più. CONDIZIONI DI VITA DECENTI PER TUTTI!

– Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario a non più di 6 ore al giorno e 30 ore la settimana. Giornata lavorativa di 4 ore per il personale sanitario e per i lavori più usuranti. LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI!

– Salario sociale ai disoccupati di 1100 euro netti pro-capite!

– Abolizione del Jobs Act e di tutte le leggi del precariato, trasformazione dei contratti precari in contratti a tempo indeterminato. LOTTA AL PRECARIATO!

– Abolizione della legge Fornero e ritorno al sistema retributivo con pensioni pari all’80% dell’ultimo salario e non inferiori a 1400 euro al mese; sistema pensionistico con massimo 30 anni di lavoro o 57 anni di età, 55 per i lavori più usuranti.

– Per sconfiggere i tentativi della borghesia di dividere i lavoratori dalle lavoratrici: parità salariale; esternalizzazione del lavoro di cura in tutte le sue forme; riconoscimento, tramite permessi, congedi e giorni-malattia dedicati, delle specifiche necessità delle donne, dei transgender e transessuali. – Per sconfiggere i tentativi della borghesia di dividere i lavoratori italiani dai lavoratori migranti, destinati ad aumentare di numero con la guerra e la crisi che avanza: abolizione dei centri di permanenza temporanea; permesso di soggiorno per tutti e Cittadinanza italiana con pieni diritti politici (a partire dal diritto di voto) a tutti gli stranieri presenti sul territorio italiano già da tre mesi.

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