Al governo anti-sciopero la classe lavoratrice dovrà opporre dura resistenza! Ai sindacati il dovere di affrontare e guidare la battaglia!

 

 

È ormai tracciata la rotta del governo in tema di sciopero. Dopo aver usato, nel mese di novembre, la precettazione per lo sciopero generale della CGIL, ridotto con la complicità di Landini a poco più che una pagliacciata (scioperi ridotti nell’orario e divisi per territori e categorie), anche in questo dicembre è diventato una corsa ad ostacoli lo sciopero dei trasporti convocato dalla gran parte delle sigle del sindacalismo di base rappresentative del settore.

Stiamo vivendo un pesante attacco alle organizzazioni del mondo del lavoro e alla classe lavoratrice stessa. Prima ce ne si rende conto, più sarà possibile contrattaccare, bypassando la linea della pace sociale tanto cara alle burocrazie sindacali confederali e i loro padrini politici (in particolare il PD).

Il ministro dei trasporti Salvini, servendosi di quel vergognoso strumento che è la Commissione di garanzia sugli scioperi (i cui membri sono ben allineati agli equilibri di potere dominanti) e di tutti i suoi poteri precettativi, continuerà a compiere ogni atto contro il mondo del lavoro nel tentativo di “scavalcare a destra” la sua compagna di merende Meloni.

Così, dopo la cancellazione di quella unica, miserevole, forma di sostegno economico ai disoccupati, criminalizzati e marchiati come parassiti, che era il reddito di cittadinanza, il governo può ora concentrarsi sui lavoratori a cui viene negato dapprima un salario minimo di dignità e poi la possibilità di “incrociare le braccia” contro i propri sfruttatori.

Così quello sciopero del 27 novembre promosso dal sindacalismo di base nel settore trasporti, rinviato al 15 dicembre al fine di sfidare la precettazione del reazionario ministro dei trasporti, ha visto una nuova minaccia di precettazione e la riduzione obbligata da 24 ore a 4 (anche questa già sperimentata nei precedenti scioperi autunnali). Ora, sebbene la risposta stavolta non sia stata quella vigliacca di CGIL e UIL, che hanno dilazionato gli scioperi, rendendoli tutti egualmente impotenti, le sigle di base aderenti (USB, SGB, CUB, ADL Cobas) andranno un po’ in ordine sparso nei vari territori, con città in cui si sciopererà alla fine per 4 ore (Milano, Roma, Torino, Firenze) e altre dove si andrà oltre le 12 ore (Napoli, Genova). Va sottolineato però che in molti casi i sindacati hanno dichiarato che disobbediranno al tetto delle 4 ore e in altri casi attiveranno differenti forme di protesta anche durante il lavoro (come i cosiddetti bus-lumaca). È il giusto spirito combattivo, il solo che può ottenere qualche risultato invece degli schiaffi a cui ha abituato i lavoratori Landini.

È altrettanto vero però che, sempre al fine di vincere le battaglie con Stato e padroni, e non ridurle a battaglie di testimonianza, i sindacati di base dovrebbero smettere di boicottarsi gli scioperi a vicenda, e collaborare ad una piattaforma unitaria classista da portare in ogni sciopero e in ogni piazza, compresi quelli della CGIL, i cui lavoratori non possono essere abbandonati nelle grinfie di una burocrazia pusillanime e traditrice.

 

  • Per la cancellazione delle norme sull’esercizio del diritto di sciopero nel settore pubblico, della legge antisciopero n. 146/90, e della Commissione di garanzia, sempre più agenzia governativa di difesa del padronato
  • Per la creazione da parte di ogni struttura sindacale di “casse di resistenza”, unico strumento in grado di combattere il potere ricattatorio della precettazione per chi sciopera
  • Per la formazione di una corrente sindacale classista che rifiuti la concertazione come metodo, raccolga gli elementi più conflittuali presenti nelle varie sigle e dia il proprio fondamentale contributo al conflitto di classe, fino alla sconfitta del padronato e del suo Stato fantoccio
  • Sciopero generale fino alla vittoria!

 

 

La redazione

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Al governo anti-sciopero la classe lavoratrice dovrà opporre dura resistenza! Ai sindacati il dovere di affrontare e guidare la battaglia!

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È ormai tracciata la rotta del governo in tema di sciopero. Dopo aver usato, nel mese di novembre, la precettazione per lo sciopero generale della CGIL, ridotto con la complicità di Landini a poco più che una pagliacciata (scioperi ridotti nell’orario e divisi per territori e categorie), anche in questo dicembre è diventato una corsa ad ostacoli lo sciopero dei trasporti convocato dalla gran parte delle sigle del sindacalismo di base rappresentative del settore.

Stiamo vivendo un pesante attacco alle organizzazioni del mondo del lavoro e alla classe lavoratrice stessa. Prima ce ne si rende conto, più sarà possibile contrattaccare, bypassando la linea della pace sociale tanto cara alle burocrazie sindacali confederali e i loro padrini politici (in particolare il PD).

Il ministro dei trasporti Salvini, servendosi di quel vergognoso strumento che è la Commissione di garanzia sugli scioperi (i cui membri sono ben allineati agli equilibri di potere dominanti) e di tutti i suoi poteri precettativi, continuerà a compiere ogni atto contro il mondo del lavoro nel tentativo di “scavalcare a destra” la sua compagna di merende Meloni.

Così, dopo la cancellazione di quella unica, miserevole, forma di sostegno economico ai disoccupati, criminalizzati e marchiati come parassiti, che era il reddito di cittadinanza, il governo può ora concentrarsi sui lavoratori a cui viene negato dapprima un salario minimo di dignità e poi la possibilità di “incrociare le braccia” contro i propri sfruttatori.

Così quello sciopero del 27 novembre promosso dal sindacalismo di base nel settore trasporti, rinviato al 15 dicembre al fine di sfidare la precettazione del reazionario ministro dei trasporti, ha visto una nuova minaccia di precettazione e la riduzione obbligata da 24 ore a 4 (anche questa già sperimentata nei precedenti scioperi autunnali). Ora, sebbene la risposta stavolta non sia stata quella vigliacca di CGIL e UIL, che hanno dilazionato gli scioperi, rendendoli tutti egualmente impotenti, le sigle di base aderenti (USB, SGB, CUB, ADL Cobas) andranno un po’ in ordine sparso nei vari territori, con città in cui si sciopererà alla fine per 4 ore (Milano, Roma, Torino, Firenze) e altre dove si andrà oltre le 12 ore (Napoli, Genova). Va sottolineato però che in molti casi i sindacati hanno dichiarato che disobbediranno al tetto delle 4 ore e in altri casi attiveranno differenti forme di protesta anche durante il lavoro (come i cosiddetti bus-lumaca). È il giusto spirito combattivo, il solo che può ottenere qualche risultato invece degli schiaffi a cui ha abituato i lavoratori Landini.

È altrettanto vero però che, sempre al fine di vincere le battaglie con Stato e padroni, e non ridurle a battaglie di testimonianza, i sindacati di base dovrebbero smettere di boicottarsi gli scioperi a vicenda, e collaborare ad una piattaforma unitaria classista da portare in ogni sciopero e in ogni piazza, compresi quelli della CGIL, i cui lavoratori non possono essere abbandonati nelle grinfie di una burocrazia pusillanime e traditrice.

 

  • Per la cancellazione delle norme sull’esercizio del diritto di sciopero nel settore pubblico, della legge antisciopero n. 146/90, e della Commissione di garanzia, sempre più agenzia governativa di difesa del padronato
  • Per la creazione da parte di ogni struttura sindacale di “casse di resistenza”, unico strumento in grado di combattere il potere ricattatorio della precettazione per chi sciopera
  • Per la formazione di una corrente sindacale classista che rifiuti la concertazione come metodo, raccolga gli elementi più conflittuali presenti nelle varie sigle e dia il proprio fondamentale contributo al conflitto di classe, fino alla sconfitta del padronato e del suo Stato fantoccio
  • Sciopero generale fino alla vittoria!

 

 

La redazione

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